La collana Rarità lisztiane – Liszt Rarities intende offrire ad esecutori e studiosi la possibilità di conoscere brani di Liszt non reperibili in corrette edizioni moderne. In qualche caso si tratterà di fortunati ritrovamenti di opere sconosciute o ritenute perdute, oppure di versioni autografe precedenti quella pubblicata nella Gesammt Ausgabe (G A) o nella Neue Liszt-Ausgabe/New Liszt Edition.
La prestigiosa Neue Liszt-Ausgabe/New Liszt Edition,ad esempio, dichiarò fin dal primo volume che avrebbe presentato le opere di Liszt nella loro forma finale, prendendo in considerazione le eventuali altre versioni solo nel caso in cui parti significative delle prime versioni non fossero state inserite in quella definitiva. Soltanto nell’ultimo quinquennio questa politica è stata modificata e la serie dei Supplementi s’incarica di colmare una lacuna importante.
Per la collana Rarità lisztiane – Liszt Rarities, al contrario, questo è sempre stato l’obiettivo caratterizzante. Se si osserva, infatti, che l’insieme delle opere proprie che Liszt ha in qualche modo rielaborato copre quasi l’intera sua produzione, si vede bene che la “musica nascosta” è moltissima. Il “rifare” fu per Liszt una necessità fortissima durante tutta la sua vita. A volte si tratta semplicemente di un lavoro a livello di schizzi, di brevi abbozzi per fermare un pensiero sulla carta, ma spesso si tratta di veri e propri brani, che hanno una loro coerenza interna, una ragione d’esistere e di essere conosciuti. La pubblicazione di queste musiche “nascoste” consentirà al pubblico di scoprire somiglianze e diversità nell’ambito di uno stesso pensiero, una sorta di “doppio” di musiche note, insieme alla scoperta di musiche del tutto ignote.
The Liszt Rarities – Rarità lisztiane series intends to give performers and scholars the opportunity to have access to pieces by Liszt which are unavailable in correct modern editions. In some cases, this regards fortuitous findings of unknown works or those believed lost, or autograph versions pre-dating those published in the Gesammt Ausgabe (GA) or in the Neue Liszt-Ausgabe/New Liszt Edition.
For example, the first volume of the prestigious Neue Liszt-Ausgabe/New Liszt Edition, declared that it would present Liszt’s works in their final form. Other versions were only taken into consideration when significant parts of the first version were not included in the definitive one. Only in the last five years has this policy been modified and a series of Supplements been designated to fill this important lacuna.
On the contrary, the characterising objective of the Liszt Rarities – Rarità lisztiane series has always been to present rare versions of Liszt’s compositions. Indeed, if one observes that the works which Liszt re-elaborated in some way regard almost his entire production, it is apparent that there is much “hidden music”. “Redoing” was extremely necessary for Liszt throughout his life. Sometimes these were just drafts, brief sketches to catch a thought on paper, but often they were actual pieces, with their own internal coherence, raison d’être and motives for being known. Publication of this “hidden music” will allow the public to discover similarities and differences within the sphere of the same thought, a sort of “double” musical note, together with the discovery of completely unknown music.
These are the first four issues of the editorial plan, all published by Rugginenti, all first editions.
(To view the abstracts, click on each issue).
No. 1 Franz Liszt, Variations sur le Carneval de Venise (S700) for piano. Edited by Nunzio Salemi. First edition.
Rugginenti, Milan 2001
No. 2 Franz Liszt, La lugubre gondola (S199a). Edited by Mario Angiolelli. First edition of the Venetian manuscripts.
Rugginenti, Milan 2002
No. 3 Franz Liszt, Concerto sans orchestre (S524a) for piano. First edition for solo piano of the Concerto No. 2 in A major. Edited by Mariateresa Storino. First edition.
Rugginenti, Milan 2006
N. 4 Franz Liszt, Album Leaf in G major [first version of Consolation No. 6, LW A 111a, S166q]. Edited by Mária Eckhardt. First edition.
Rugginenti, Milano 2010
N. 5 Franz Liszt, Angelus! (1877-1882). 5 versions for keyboard – 2 versions for string. Edited by Leslie Howard. Critical edition and sources.
Rugginenti, Milano 2015
N. 6 Franz Liszt, Tu es Petrus! per coro maschile e organo S59 LW J39. Libreria Musicale Italiana, Lucca 2020
N. 7 Franz Liszt, Jeanne D’Arc au bucher per contralto, pianoforte e organo.
Libreria Musicale Italiana, Lucca 2022
-
Franz Liszt [Variation sur le] Carnaval de Veniseper pianoforte
Carnaval de Venise, held at the Goethe- und Schiller-Archiv in Weimar (shelf-mark GSA 60/J, 56), are catalogued both by Raabe and Searle among Liszt’s unfinished works and Searle goes so far as erroneously to call the piece a “Paganini arrangement”. As a matter of fact is possible – although not documented – that Liszt may have heard Paganini play his own piece Introduzione e Variazioni sul Carnevale di Venezia at Paris in 1831, amongst the concerts which had such influence upon Liszt’s future direction. In any event the original theme is not Paganini’s, but belongs to Italian folkloric tradition and is found, not necessarily with the same title, in other well-known works. The piece is published here for the first time. ]]>
-
Franz Liszt Foglio d’Album in Sol maggiore [versione iniziale di Consolation n. 6, LW A111a, S166q]
Consolations belong among Liszt’s best known and most frequently played works. However, the compositional history of this series has not been clarified in every detail, due to some missing links in the chain of the manuscript sources and a lack of data in Liszt’s correspondence. In April 2008 the Istituto Liszt has purchased a four-page Liszt autograph manuscript. This four-page Album leaf, which is here published, it is an early version of Consolation n. 6. The present complete facsimile edition makes possible to study a beautiful example of Liszt’s handwriting and to reconstruct the history of the piece from the genesis to its final version as last number of the collection Consolations. At the same time an exact printed transcription is offered for playing.]]>
-
Franz Liszt Angelus! (1877-1882) 5 versioni per tastiera – 2 versioni per archi
Angelus!, the first piece of Années de pèlerinage – Troisième année, was preceded (between 1877 and 1882) by at least five earlier versions, and we publish them here, for the first time, as critical editions from the original manuscripts. We include a version for string quartet (1880), and a second version (1882) dedicated to Ettore Pinelli. A version with some minor editorial additions and the inclusion of a double bass part was published posthumous in 1887. We hope that this new “assortment” will help musicians (and especially pianists) to appreciate the worth of the single musical ideas, as they are repeated or elaborated in the different contexts presented here. ]]>
-
Franz LisztTu es petrus! Dominus conservet eumper coro maschile e organo
Da sempre la musica sacro-liturgica di Liszt è stata eclissata dalla sua produzione pianistica e sinfonica. Ma l’immagine di un musicista rivolto quasi totalmente alla musica strumentale profana non tiene conto del cammino spirituale che lo accompagnò per tutta la vita. Oggetto di questa edizione sono due brani: Tu es Petrus e Dominus conservet Eum, composti nel 1880 e pubblicati a Roma, l’anno dopo, da Manganelli. Entrambi sono presenti in un manoscritto acquistato dalla Fondazione Istituto Liszt nell’ottobre 2008 dall’antiquario Kotte. Philippe Wolfrum, curatore della Grossherzog Carl Alexander Ausgabe der Musikalischen Werke Franz Liszt, afferma di aver basato la sua edizione del 1936 su quella del Manganelli poiché ritiene l’autografo perduto. Della stessa idea sono Leslie Howard e Michael Short, i quali, nel Catalogo delle opere di Liszt (Rugginenti 2004), pongono una crux desperationis nello spazio riservato all’indicazione dell’autografo.
Il presente studio dimostra che il Tu es Petrus, sebbene sia una Stichvorlage, possa essere considerato quasi in toto un autografo in virtù delle numerosissime aggiunte e variazioni inserite da Liszt, e che il Dominus conservet Eum sia un autografo in senso stretto poiché redatto interamente dal compositore nel verso del secondo folio, destinato in origine a restare vuoto, e firmato in calce dallo stesso Liszt.
Franz Liszt, Tu es petrus!Franz Liszt, Dominus conservet euma cura di Ezio Spinoccia, Rarità lisztiane / Liszt Rarities, vol. 6, Lim, Lucca 2020
FRANZ LISZT – JEANNE D’ARC AU BUCHER per contralto, pianoforte e organo
L’edizione curata da Mariateresa Storino porta a conoscenza degli studiosi non solo il manoscritto dell’opera conservato nell’archivio della Fondazione Istituto Liszt di Bologna, ma tutta la lunga storia dei numerosi lavori di Liszt sul testo di Alexandre Dumas père (per la precisione 11 versioni) e la complessa vicenda dei manoscritti che ne conservano memoria, oggi conservati in cinque biblioteche d’Europa. A queste fonti si aggiungono le edizioni a stampa ottocentesche, verosimilmente pubblicate sotto la supervisione dell’autore.
La storia, ripercorsa con ricchi dettagli dalla curatrice, ha inizio nel 1846 con la stesura di un brano per voce e pianoforte che porta come sottotitolo romance dramatique, e come tale venne pubblicato nello stesso anno nel “Journal des Débats politiques et littéraires”. Seguirono diversi tentativi di Liszt di declinare la storia in forme diverse, e perfino come melodramma, che non videro poi la luce, finché a 30 anni dalla prima versione il testo riapparve nella doppia versione per voce e orchestra e per voce e pianoforte per le edizioni Schott (1876). Una versione con accompagnamento di organo, probabilmente la più vicina a quella riportata nella presente pubblicazione, è ricordata in esecuzioni del 1878.
Nell’Introduzione all’edizione vengono ripotati i dati dei manoscritti conservati nelle varie biblioteche europee, corredati dal riassunto del contenuto, il tutto ordinato in una comoda tabella, in più si ammirano, e due immagini a tutta pagina dei manoscritti bolognesi.
La descrizione delle fonti consente di misurare quanto la figura dell’eroina francese dovette coinvolgere la fantasia e la penna di Liszt che vi si dedicò per ben tre decenni, condividendo la passione che avevano dimostrato per la stessa vicenda altri suoi importanti compagni di strada come Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Petr I. Caikovskij.


FRANZ LISZT – [VARIATION SUR LE] CARNAVAL DE VENISE
Liszt Rarities, vol. 1
A cura di Nunzio Salemi
Prima edizione
Rugginenti, Milano 2001
The variations on the Carnaval de Venise, held at the Goethe- und Schiller-Archiv in Weimar (shelf-mark GSA 60/J, 56), are catalogued both by Raabe and Searle among Liszt’s unfinished works and Searle goes so far as erroneously to call the piece a “Paganini arrangement”. As a matter of fact is possible – although not documented – that Liszt may have heard Paganini play his own piece Introduzione e Variazioni sul Carnevale di Venezia at Paris in 1831, amongst the concerts which had such influence upon Liszt’s future direction. In any event the original theme is not Paganini’s, but belongs to Italian folkloric tradition and is found, not necessarily with the same title, in other well-known works. The piece is published here for the first time.
FRANZ LISZT – LA LUGUBRE GONDOLA per pianoforte [First edition of the Venice manuscripts]
Liszt Rarities, vol. 2
A cura di Mario Angiolelli
Prima edizione dei manoscritti veneziani
Rugginenti, Milano 2002
The only version of La lugubre gondola published during Liszt’s lifetime is that issued by Fritzsch in 1885, known since 1927 as the second version (La lugubre gondola II), because in that year Breitkopf & Härtel published another work with the same title, erroneously calling it the first version. Other versions available till now are: A version for violin or cello and piano published for the first time in 1975 by Editio Musica Budapest and then by The Hardie Press in 1992; a version for pianoforte in 6/8, the so-called La lugubre gondola I. In August 1998, at the Benedetto Marcello Conservatorium in Venice, Rossana Dalmonte found two autograph manuscripts of La lugubre gondola which permits to establish with reasonable precision a new chronology of the seven versions. The Venice manuscripts are published here for the first time.
FRANZ LISZT – CONCERTO SANS ORCHESTRE [An early draft for piano solo of the Concerto no. 2 in A major]
Liszt Rarities, vol. 3
A cura di Mariateresa Storino
Prima edizione
Rugginenti, Milano 2006
The only version of La lugubre gondola published during Liszt’s lifetime is that issued by Fritzsch in 1885, known since 1927 as the second version (La lugubre gondola II), because in that year Breitkopf & Härtel published another work with the same title, erroneously calling it the first version. Other versions available till now are: A version for violin or cello and piano published for the first time in 1975 by Editio Musica Budapest and then by The Hardie Press in 1992; a version for pianoforte in 6/8, the so-called La lugubre gondola I. In August 1998, at the Benedetto Marcello Conservatorium in Venice, Rossana Dalmonte found two autograph manuscripts of La lugubre gondola which permits to establish with reasonable precision a new chronology of the seven versions. The Venice manuscripts are published here for the first time.
FRANZ LISZT – FOGLIO D’ALBUM IN SOL MAGGIORE [versione iniziale di Consolation n. 6, LW A111a, S166q]
Liszt Rarities, vol. 4
A cura di Mária Eckhardt
Prima edizione
Rugginenti, Milano 2010
The Consolations belong among Liszt’s best known and most frequently played works. However, the compositional history of this series has not been clarified in every detail, due to some missing links in the chain of the manuscript sources and a lack of data in Liszt’s correspondence. In April 2008 the Istituto Liszt has purchased a four-page Liszt autograph manuscript. This four-page Album leaf, which is here published, it is an early version of Consolation n. 6. The present complete facsimile edition makes possible to study a beautiful example of Liszt’s handwriting and to reconstruct the history of the piece from the genesis to its final version as last number of the collection Consolations. At the same time an exact printed transcription is offered for playing.
FRANZ LISZT – ANGELUS! Cinque versioni per tastiera – Due versioni per archi (1877-1882)
Liszt Rarities, vol. 5
A cura di Leslie Howard
Edizione critica e fonti
Rugginenti, Milano 2015
The definitive keyboard version of Angelus!, the first piece of Années de pèlerinage – Troisième année, was preceded (between 1877 and 1882) by at least five earlier versions, and we publish them here, for the first time, as critical editions from the original manuscripts. We include a version for string quartet (1880), and a second version (1882) dedicated to Ettore Pinelli. A version with some minor editorial additions and the inclusion of a double bass part was published posthumous in 1887. We hope that this new “assortment” will help musicians (and especially pianists) to appreciate the worth of the single musical ideas, as they are repeated or elaborated in the different contexts presented here.
FRANZ LISZT – TU ES PETRUS! DOMINUS CONSERVET EUM per coro maschile e organo
Liszt Rarities, vol. 6
a cura di Ezio Spinoccia
Lim, Lucca 2020
Da sempre la musica sacro-liturgica di Liszt è stata eclissata dalla sua produzione pianistica e sinfonica. Ma l’immagine di un musicista rivolto quasi totalmente alla musica strumentale profana non tiene conto del cammino spirituale che lo accompagnò per tutta la vita. Oggetto di questa edizione sono due brani: Tu es Petrus e Dominus conservet Eum, composti nel 1880 e pubblicati a Roma, l’anno dopo, da Manganelli. Entrambi sono presenti in un manoscritto acquistato dalla Fondazione Istituto Liszt nell’ottobre 2008 dall’antiquario Kotte. Philippe Wolfrum, curatore della Grossherzog Carl Alexander Ausgabe der Musikalischen Werke Franz Liszt, afferma di aver basato la sua edizione del 1936 su quella del Manganelli poiché ritiene l’autografo perduto. Della stessa idea sono Leslie Howard e Michael Short, i quali, nel Catalogo delle opere di Liszt (Rugginenti 2004), pongono una crux desperationis nello spazio riservato all’indicazione dell’autografo.
Il presente studio dimostra che il Tu es Petrus, sebbene sia una Stichvorlage, possa essere considerato quasi in toto un autografo in virtù delle numerosissime aggiunte e variazioni inserite da Liszt, e che il Dominus conservet Eum sia un autografo in senso stretto poiché redatto interamente dal compositore nel verso del secondo folio, destinato in origine a restare vuoto, e firmato in calce dallo stesso Liszt.
Franz Liszt, Tu es petrus!
Franz Liszt, Dominus conservet eum
a cura di Ezio Spinoccia, Rarità lisztiane / Liszt Rarities, vol. 6, Lim, Lucca 2020
FRANZ LISZT – JEANNE D’ARC AU BUCHER per contralto, pianoforte e organo
Liszt Rarities, vol. 7
A cura di Mariateresa Storino
Libreria Musicale Italiana, Lucca 2022
L’edizione curata da Mariateresa Storino porta a conoscenza degli studiosi non solo il manoscritto dell’opera conservato nell’archivio della Fondazione Istituto Liszt di Bologna, ma tutta la lunga storia dei numerosi lavori di Liszt sul testo di Alexandre Dumas père (per la precisione 11 versioni) e la complessa vicenda dei manoscritti che ne conservano memoria, oggi conservati in cinque biblioteche d’Europa. A queste fonti si aggiungono le edizioni a stampa ottocentesche, verosimilmente pubblicate sotto la supervisione dell’autore.
La storia, ripercorsa con ricchi dettagli dalla curatrice, ha inizio nel 1846 con la stesura di un brano per voce e pianoforte che porta come sottotitolo romance dramatique, e come tale venne pubblicato nello stesso anno nel “Journal des Débats politiques et littéraires”. Seguirono diversi tentativi di Liszt di declinare la storia in forme diverse, e perfino come melodramma, che non videro poi la luce, finché a 30 anni dalla prima versione il testo riapparve nella doppia versione per voce e orchestra e per voce e pianoforte per le edizioni Schott (1876). Una versione con accompagnamento di organo, probabilmente la più vicina a quella riportata nella presente pubblicazione, è ricordata in esecuzioni del 1878.
Nell’Introduzione all’edizione vengono ripotati i dati dei manoscritti conservati nelle varie biblioteche europee, corredati dal riassunto del contenuto, il tutto ordinato in una comoda tabella, in più si ammirano, e due immagini a tutta pagina dei manoscritti bolognesi.
La descrizione delle fonti consente di misurare quanto la figura dell’eroina francese dovette coinvolgere la fantasia e la penna di Liszt che vi si dedicò per ben tre decenni, condividendo la passione che avevano dimostrato per la stessa vicenda altri suoi importanti compagni di strada come Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Petr I. Caikovskij.
FRANZ LISZT – JEANNE D’ARC AU BUCHER per contralto, pianoforte e organo
L’edizione curata da Mariateresa Storino porta a conoscenza degli studiosi non solo il manoscritto dell’opera conservato nell’archivio della Fondazione Istituto Liszt di Bologna, ma tutta la lunga storia dei numerosi lavori di Liszt sul testo di Alexandre Dumas père (per la precisione 11 versioni) e la complessa vicenda dei manoscritti che ne conservano memoria, oggi conservati in cinque biblioteche d’Europa. A queste fonti si aggiungono le edizioni a stampa ottocentesche, verosimilmente pubblicate sotto la supervisione dell’autore.
La storia, ripercorsa con ricchi dettagli dalla curatrice, ha inizio nel 1846 con la stesura di un brano per voce e pianoforte che porta come sottotitolo romance dramatique, e come tale venne pubblicato nello stesso anno nel “Journal des Débats politiques et littéraires”. Seguirono diversi tentativi di Liszt di declinare la storia in forme diverse, e perfino come melodramma, che non videro poi la luce, finché a 30 anni dalla prima versione il testo riapparve nella doppia versione per voce e orchestra e per voce e pianoforte per le edizioni Schott (1876). Una versione con accompagnamento di organo, probabilmente la più vicina a quella riportata nella presente pubblicazione, è ricordata in esecuzioni del 1878.
Nell’Introduzione all’edizione vengono ripotati i dati dei manoscritti conservati nelle varie biblioteche europee, corredati dal riassunto del contenuto, il tutto ordinato in una comoda tabella, in più si ammirano, e due immagini a tutta pagina dei manoscritti bolognesi.


La descrizione delle fonti consente di misurare quanto la figura dell’eroina francese dovette coinvolgere la fantasia e la penna di Liszt che vi si dedicò per ben tre decenni, condividendo la passione che avevano dimostrato per la stessa vicenda altri suoi importanti compagni di strada come Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Petr I. Caikovskij.